Tra qualche ora si entra di nuovo a Gaza per andare a celebrare la S.Messa…il viceparroco è in Argentina e il parroco è stato costretto ad uscire dalla Striscia per l’obbligo di rinnovo del permesso da parte dell’esercito militare israeliano….sigh sigh…e così la piccola comunità cristiana di Gaza domani rischiava di rimanere senza l’Eucaristia domenicale…Anche questi per noi sono i problemi e le conseguenze dell’Occupazione. Sicuramente alcuni, avranno pensato che ci sono mancanze ben più gravi in Gaza, che quella dell’Eucaristia ma mi piacerebbe farvelo sentire dai Gazawi come sia importante per tutta la comunità ritrovarsi all’incontro con il Signore Gesù e nutrirsi del suo corpo e del suo sangue che solo può concedere la forza per resistere dentro al grande campo di concentramento dove sono reclusi tutti i Gazawi.
Quando oggi alle 12,30 mi ha chiamato suor Terezina delle Suore di Madre Teresa per domandarmi se potevo andargli a celebrare la S.Messa mi è venuto da sor-ridere pensando alla lingua che avrei dovuto usare…ancora l’arabo non l’ho imparato…il mio inglese dicono che sia come l’arabo…rimaneva l’italiano che a parte per la suora italiana delle Piccole Sorelle di Charles de Foucauld è veramente arabo per tutti…Penso che la soluzione la troveremo lì per lì domattina, sperando che ci facciano entrare almeno a noi.
Alla chiamata di suor Terezina ho tentennato nel rispondere il mio SI. Mi sono passati in testa un sacco di pensieri che mi facevano molto più comodo dire ” No, non ce la faccio…”. Ma ero a Nazareth accanto alla Grotta dove Maria aveva pronunciato il suo SI ed allora mi son detto che piuttosto di lasciare la piccola comunità di Gaza senza Eucaristia avrei celebrato anche in ebraico…
Ho ricevuto una doppia lezione : bisogna che mi sbrighi ad imparare bene l’arabo almeno per dire la Messa e poter essere utile in situazioni di emergenza come quella di domani e poi mi sono detto che ogni nostro SI o NO ha una grande responsabilità agli occhi di Dio e agli occhi dei fratelli. Vi porto tutti con me e pregherò per ognuno di voi! abuna Mario
Ed io, caro Abuna pregherò per te alla S.Messa a San Paolo.
La realtà di Gaza è una realtà in grande isolamento, ma voglio sentirmi in comunione spirituale con te e quei fratelli e sorelle che non capiranno la lingua italiana, ma si sentiranno amati di un Amore più grande in grado di far loro comprendere molto di più di una lingua.
Buona notte e che il Signore ti protegga.
Sì, il Signore ti protegga…
Vai tranquillo! La parola del Signore non ha confini geografici o linguistici e quando comincerai a dire messa tutti cominceranno a seguire la tua celebrazione quale sia la lingua con la quale ti rivolgerai loro. Sicuramente il primo tratto di strada sarà in salita ma le salite sono il tuo terreno preferito. Per me che ne ho avuto un’esperienza diretta tu potresti startene a guardare in silenzio coloro che sono li per ascoltare la parola del Signore e il tuo silenzio arriverebbe ai loro cuori molto più nel profondo di tante inutili omelie piene solo di grandi vuoti. Forza Mario e ricorda me ed Aidibdurante la tua messa
ricordati che sei italiano e sveglio…. e per gli italiani la gestualità è un lingua internazionale va pure alla grande
un abbraccio e un in bocca al lupo dall’ospedale di perugia ( dovesono di guardia questa mattina) ettore
prega con noi…