E’ l’unica cosa che mi ha detto. Ma era veramente bella. E in questi giorni l’ho cercata di nuovo. Ho sperato di rivederla ma tutte le volte c’era un volto nuovo. Non mi ha detto il suo nome ma son riuscito a farmi donare un sorriso e una parola : I’m Russian. E’ una giovanissima soldatessa che qualche giorno fa ho incontrato al check point di Betlemme. Vi confesso che ri-pensandola me la vedo davanti con quel suo bellissimo sorriso che sarebbe stato ancor più bello se me lo avesse donato fuori da quello sgabbiotto dove è costretta a stare…
Non ho avuto il tempo di domandargli altro ma sono convinto che se lo avessi fatto mi avrebbe risposto che lei in quel posto non ci vorrebbe stare ma è proprio costretta. Così come mi hanno risposto altre centinaia di ragazzi israeliani che in questo anno ho incontrato. Nessuno di loro, a parte uno o due, mi ha detto che ci stava volentieri al check point con un fucile in mano. In tanti mi hanno confessato che sono costretti. Costretti da chi ? Da chi governa questa Terra, benedetta da Dio e maledetta dagli uomini. Per quanto tempo? Tre anni per i ragazzi e due per le ragazze. Poi ci sono anche altri…i “professionisti” = ragazzi di qualche anno più grandi che firmano di anno in anno e che spesso , non trovando altro lavoro, anche loro sono costretti a “fare” il soldato. Chi per un verso e chi per l’altro non può non farti pena e tenerezza. A tal punto che li porto spesso nella mia preghiera. A questi ragazzi vengono rubati gli anni più belli della vita e molti di loro rimangono segnati per sempre in negativo da questa esperienza! Non è giusto! E’ un altro dei prezzi di questo assurdo conflitto!!!
Ma ritorniamo a lei. La penso spesso in questi giorni e prego per lei e per tutti gli altri suoi compagni e miei amici che da tanto tempo non vedevo e che alle mie domande hanno risposto che sono stati ad addestrarsi e con voce e faccia seria mi hanno detto che tra poco esploderà qualcosa… Per la prima volta mi sono un po’ preoccupato anche perché in tanti stanno dicendo la stessa cosa : all’avvicinarsi del voto all’Onu, succederà qualcosa e conseguente risposta e contro-risposta …dove non si sa…qualcuno immagina, qualcuno tira ad indovinare… E così si perderà una nuova possibilità di uscire da queste sabbie mobile, anzi continuaremo ad impantanarci sempre di più.
Dobbiamo provare a convincere Israele che l’unica strada per avere sicurezza e pace è donarla anche agli altri. Chi ama Israele deve provarci, così come stanno facendo alcuni israeliani illuminati e non come quei disgraziati di parlamentari italiani (ben 150 !!!) che hanno prodotto un documento tristissimo e “fuori dal mondo della realtà”.
Dico questo convinto che da queste sabbie mobili o ne usciamo tutti insieme oppure ci affondiamo tutti insieme che in altri termini può essere tradotto così : in questa terra o viviamo insieme o moriremo insieme!!!
Grazie Mario per questi giorni…. buona vita!