Il 22 settembre si avvicina…

E ci sono molte interrogativi su quello che avverrà tra qualche giorno. Alcune domande le ha esplicitate molto bene sul suo blog Paola Caridi  che come al solito si distingue dal branco di giornalisti servi del potere. Ma ce n’è rimasta una che mi stà nascendo nel cuore, vivendo a BetJala aldilà del muro e quindi in una di quelle prigioni a cielo aperto che insieme ad altre prigioni più o meno grandi dovrebbero diventare il nuovo stato Palestinese.

Come mai gran parte della gente sembra così disinteressata a questo che dovrebbe essere un avvenimento epocale per i palestinesi, che lo sarà in quanto sicuramente creerà un po’ di scompiglio nella situazione politica…ed allora questa indifferenza da dove viene?  ( a parte qualche manifestazione come stasera a Betlemme e in altre città palestinesi e a parte qualcuno che ha messo sulla macchina la bandiera palestinese)

A cena mi ha risposto per tutti abuna Rafiq, un sacerdote palestinese di una certa età che ne ha passate diverse e che alla mia domanda non voleva nemmeno rispondere, forse perché si è stufato di essere preso in giro…dopo aver insistito varie volte mi ha risposta :  “tanto nulla cambierà” !

La questione è drammaticamente seria perché per un palestinese  sottoposto all’occupazione ed al furto quotidiano della speranza, della libertà, del futuro, del tempo, della dignità, della possibilità di avere una vita un po’ normale non è facile sperare in un cambiamento della situazione. Io ho fatto la scelta di vivere aldilà del muro per sperimentare almeno un po’ della sofferenza e dell’ingiustizia quotidiana dei miei fratelli sacerdoti e seminaristi e di tutti gli altri cristiani palestinesi, ma alla fine mai potrò sentire sulla mia pelle e nel mio cuore quello che vivono loro perché sono e sarò sempre un privilegiato perché ho un passaporto italiano. Perché in questo pezzo di terra tu vali non perché sei un esssere umano ma per il colore del passaporto che hai. Io ho il colore rosso scuro quindi valgo qualcosa, gli israeliani hanno il colore blu quindi valgono qualcosa…se hai avuto invece la fortuna/sfortuna di nascera a Betlemme, hai una carta di identità di colore verde e quindi non vali niente, anzi sei considerato un terrorista…ma questo non corrisponde alla realtà. Anche chi ha un documento di colore verde ha un anima e un corpo, ha una dignità ed ha soprattutto dei diritti come ogni altro essere umano..e forse avrebbe anche il diritto di avere un vero passaporto e di vivere in uno vero stato che si possa chiamare stato e non in uno stato fatto a groviera e recintato da muri e filo spinato.

Così come da una parte si invoca giustamente il diritto ad esistere non è facile comprendere come dalla stessa parte si neghi ad altri il diritto di esistere…così come da una parte si invoca il diritto alla sicurezza, non si capisce come mai si neghi ad altri la possibiltà di vivere una vita sicura…così come da una parte si invoca il diritto alla libertà non è facile capire come mai si costringa gli altri a vivere dentro delle prigioni fisiche e psicologiche….tutto questo non è proprio giusto!!!

Come uscire da questo casino ? Sicuramente iniziando a dare un po’ di giustizia.

Non sarà il 22 settembre che risolverà tutto ma forse qualcosa di nuovo potrebbe nascere. Non cambierà nulla come pensano in molti? Forse è vero e forse peggioreranno le cose ma forse qualcosa potrebbe iniziare a muoversi. Sicuramente Obama e gli Stati Uniti si mostreranno per quello che realmente sono : una marionetta in mano ad Israele. Nessuno più si potrà fidare degli americani. Ci sarà il veto, lo Stato Palestinese non nascerà ma sicuramente da questo momento in poi toccherà ad Israele dare delle risposte. La domanda principale alla quale Israele dovrà rispondere è : vogliamo e possiamo vivere in pace?  Israele dovrà decidere : se isolarsi da tutti e continuare a costruire una società basata sulla violenza dei coloni, sulla menzogna dei politici e sulla negazione della realtà da parte della propaganda…ma questa non è una scelta lungimirante e soprattutto è una strada senza uscita per Israele stesso. Si può e si deve trovare altre strade anche perché altrimenti prima o poi la pagheremo tutti!!!

Il 22 settembre potrebbe essere l’inizio di questa nuova strada che parta dal riconoscere che anche dall’altra parte ci sono degli esseri umani che hanno diritto a vivere come tali…preghiamo perché Dio ispiri un po’ di profezia (tipo quella di Geremia 7,5-7) nelle menti di quei governanti che non vedono aldilà del proprio ombelico…per non dire altro !!!

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