Quando questa mattina mi sono svegliato all’alba e quando ho visto che la temperatura era gia’ di 28 gradi a BetJala mi sono quasi rallegrato al fatto che non potessi entrare a Gaza dato che, secondo la segretaria del Patriarcato, il mio permesso scadeva il 16 giugno. Ero quasi felice perche’ se a BetJala era caldo caldo, a Gaza doveva essere l’inferno (metereologico…e non solo)! C’era da riportare Giries a casa dopo un anno di seminario, e l’unico che poteva andare al Valico di Eretz ero io. Appena arrivati ad Eretz ho provato a domandare ma dopo un veloce controllo mi hanno detto che non potevo entrare. A quel punto mi dispiaceva un pochetto perche’ oramai ero li’ e mi sarebbe piaciuto rivedere la famiglia di Giries, l’abuna Elias e le varie suore presenti, oltre alla nostra piccola comunita’ cristiana con la quale avrei celebrato l’Eucaristia ben volentieri. E cosi’ ho salutato Giries aiutandolo a mettere le diverse borse sul carrello. Mentre lo benedicevo, ecco la voce del responsabile di Eretz che mi dava la bellissima notizia : Puoi entrare !!! Gli occhi di Geries erano felici e i miei altrettanto!!! E siamo entrati.
Dopo aver controllato i passaporti abbiamo provato a superare le prime barriere ma ancora tutto era chiuso a chiave. Non c’erano porte aperte nemmeno dopo il primo controllo e vi confesso che fa’ una certa sensazione trovare tutte le porte chiuse…e quando si aprono, vederle richiudersi velocemente dietro di te…Mi e’ venuta in mente quella frase del Vangelo : Ero carcerato e mi avete visitato…”
Arrivati finalmente aldila’ del muro ecco la famosa macchinetta di cui ci ha parlato la cara amica Paola Caridi in uno dei suoi bellissimi post, donata gentilmente dalla Cooperazione Turca per rendere piu’ comodo e “umano” il passaggio dei 1250 metri di gabbia che separano questi due mondi… Non mi e’ venuto in mente il Vangelo ma il mio compaesano Dante quando parla di Caronte che traghettava le anime…a Gaza si e’ modernizzato ed invece della barca ha messo su questa macchinina elettrica. Ne abbiamo approfittato anche noi.
Alla fine della gabbia di 1250 metri ecco una ulteriore lunga sosta : questa volta per il controllo di Hamas. Nelle liste del Patriarcato c’era ancora il numero del vecchio passaporto…immaginate la fatica a spiegargli che ero la stessa persona !!! Finalmente, ringraziando Dio, arriviamo in parrocchia. Addirittura arriviamo anche in anticipo dato che avevano spostato per noi la celebrazione…d’altronde ritornava dopo un anno il “piccolo” Geries, l’eroe dei cristiani di Gaza, il primo seminarista dopo 150 anni e quindi non si poteva iniziare senza di lui e senza l’abuna Mario.
La nostra piccola parrocchia oggi era un po’ deserta. Non eravamo tanti, soltanto 53 persone ma dice il Vangelo che ne bastano due o tre…e quindi sicuramente difronte al milione e mezzo di musulmani siamo meno di un chicco di senape e meno di un granello di sabbia, siamo lo 0,0000353% ma di fronte agli occhi di Dio siamo tanti !!!
Grande festa e grande pranzo a casa della famiglia di Giries e subito dopo di nuovo in macchina per ritornare al valico di Eretz. Lungo la strada file kilometriche di macchine e camion…mi spiegano che piu’ avanti troveremo un distributore di diesel, di quello che arriva dall’Egitto. Mi racconta Elias che il nostro autista per fare il pieno e’ andato la sera prima ed ha dormito nel pulmino. Anche in questo caso non mi viene in mente ne’ il Vangelo ne’ il mio compaesano ma mi partono altri pensieri che vi lascio immaginare…
All’uscita da Gaza le macchinette sono sparite ed allora i 1250 me li faccio a piedi. Ed inizio a ripensare al disastro umano e sociale di Gaza, mi guardo a destra e sinistra e vedo macerie e distruzione, ed allora penso a Giries e alle sue vacanza nell’inferno di Gaza e a questi due lunghi e caldi mesi che dovra’ aspettare per tornare a BetJala. Penso a chi ha sofferto in passato e a chi sta soffrendo nel presente. Penso che non c’e’ speranza ne’ volonta’ di risolvere la soluzione…ma dopo tutti questi brutti pensieri ne arriva uno bello a dare senso a questa giornata : Giries continuera’ i suoi studi in seminario ed io tornero’ a fine agosto a fare i 1250 per ri-prenderlo di nuovo per farlo ri-uscire di prigione!!!
Un racconto che fa male al cuore e che rende l’idea dell’imbecillità umana e della tragedia che si consuma a Gaza. 😦 Sono certa che, nonostante la beffa di trascorrere le vacanze in carcere, lui sia felice di rivedere la sua famiglia e i suoi amici dopo tanto tempo. Forza Giries.. fine agosto arriva presto.
Abuna, come sempre fai riflettere e ci aiuti a non allontanarci troppo da quella realtà che, una volta conosciuta, deve essere sempre presente nelle nostre menti. Il tuo compito Abuna è soprattutto quello di non far vacillare la speranza in queste persone, anche se alle volte sembra impossibile non poterlo fare, e, se questa che persiste ora per qualcuno è legge, bisogna ricordarsi che se la legge non rispetta la vita, la vita riuscirà sempre a rompere la legge. Un abbraccio immenso Abibi e poi Colui che vede quel granellino un’enorme folla è sempre con voi.
Caro . Abuna Mario, e’ davvero una grande tristezza, il viaggio che abbiamo fatto insieme e’ sempre nel mio cuore e mai potro’ scordare quello che abbiamo vissuto , ma vedo grazie ai tuoi reports che la situazione non e’ per niente migliorata. Un abbraccio grandissimo e grazie per quello che fai!!
Il Signore benedica te, caro Abuna Mario e tutti i nostti fratelli palestinesi e ci aiuti a trovare presto una via di pace. Un grande abbraccio da tutti qui a Perugia
nONOSTANTE TUTTO C’é DA DIRE: “gRANDI MERAVIGLIE HA FATTO IL sIGNORE PER NOI, HA VISITATO IL POPOLO SUO, ALLELUJA! ”
gRAZIE mARIO, CHE IL sIGNORE TI CONCEDA SEMPRE QUESTA GIOIA E QUESTA FORZA.
gIAN cARLO
Grazie per quello che fai e la speranza che dai a loro e a noi
pia
Grande esempio di testimonianza cristiana contro la becera arroganza sionista. Dio (quello cristiano) sia con voi.
Bentornato a casa Giries! Un pensiero e una preghierona grossa per te e per il tuo primo anno di seminario! 🙂
Un saluto e un abbraccio a Giries, bentornato a casa, e buone vacanze dopo il primo anno di seminario… ! 🙂