Siamo tutti in attesa che finisca presto questo massacro di civili nella Striscia di Gaza. È una attesa che ci vede impegnati con la preghiera affinché il Signore possa intervenire perché abbiamo visto l’incapacità delle Nazioni Unite, dell’America e dell’Europa nel fermare la mano di Caino.
In questi momenti di apprensione e di sofferenza, le notizie che arrivano da dentro Gaza, sono drammatiche e piene di disperazione. Manca la corrente elettrica, mancano le medicine, mancano acqua e cibo, manca tutto!
Centinaia di migliaia di persone sono state costrette a scappare dalle loro case ma non possono sfuggire ai bombardamenti perché Gaza è una grande prigione a cielo aperto ed in questi giorni anche quel cielo è occupato da aerei, droni ed elicotteri che sganciano missili e bombe con tanta generosità! Non è questa la generosità che la gente invocava. Gaza ha bisogno di altro. Finché continueranno i bombardamenti, da dentro la Striscia continueranno a lanciare i loro razzi per dire: “Ci siamo anche noi, abbiamo diritto di esistere anche noi e preferiamo morire piuttosto che vivere in queste condizioni disumane.”
Perché a Gaza l’umanità è scomparsa da tanto tempo…non solo da quindici giorni ma da tanti e troppi anni. Tutte le volte che mi sono recato a Gaza ho sempre definito questa esperienza “una discesa all’inferno” e tutte le volte che sono uscito da Gaza l’ho fatto con il cuore devastato dal dolore e dalla difficoltà di comprendere come può un popolo costringere a vivere come animali un altro intero popolo.
È arrivato il momento di dire BASTA a questa carneficina, BASTA con questa pulizia etnica slow, BASTA con tutte le menzogne usate per giustificare questo massacro di vite umane…non è più accettabile quello che sta succedendo. Non servirà una tregua per risolvere il problema, perché Gaza ha bisogno di altro. Ha bisogno di qualcuno che abbia il coraggio di ridare un po’ di umanità ad un milione e settecentomila disperati in balia degli estremisti interni ed esterni che speculano sulla loro pelle. Ha bisogno di libertà di movimento ed ha bisogno della riapertura dei valichi in superficie per evitare di vivere come topi sottoterra. Ha bisogno della propria dignità umana perché se non gli viene restituita come si potrà tentare di camminare sulla strada verso una Pace duratura?
Non siamo ingenui e non possiamo nemmeno non essere realisti ed in questo momento la Pace è molto lontana anche perché non rende economicamente come il conflitto. Di fronte a tutto questo però vogliamo continuare soprattutto ad essere dei sognatori: ci immaginiamo un giorno in cui arriverà un ebreo “illuminato” che decida di cambiare strada e di mettere in pratica le parole della Legge e dei Profeti. Ne siamo certi…questo giorno arriverà anche perché è già arrivato. E in quel giorno potremo far festa tutti insieme.
Nell’attesa continuiamo a pregare, continuiamo a sognare, continuiamo a resistere, continuiamo a celebrare sotto gli ulivi ed a sparare Ave Marie contro il muro. Tutti insieme dobbiamo continuare a far pressione sul Cielo affinché si decida a far sorgere il prima possibile quest’alba nuova piena di Luce e di Pace.
In questa attesa siamo chiamati però anche a non lasciare soli i nostri fratelli ed è per questo che lanciamo un appello alla solidarietà. Solidarietà che vorremmo far arrivare direttamente a padre George per i bisogni della parrocchia e dei più poveri che nel conflitto sono sempre i primi a rimetterci. Per contribuire alle necessità in modo diretto lo puoi fare attraverso l’Associazione HABIBI. (http://www.associazionehabibi.org/sostienici/ )
Appena cesseranno i bombardamenti spero di poter entrare e portare con me il vostro affetto e il vostro aiuto alla comunità di Gaza che non ne può più di questi massacri e che ci domanda di pregare e sognare un nuovo futuro di Pace!!! San Giacomo prega per noi!!!
La.Follia non prevarrà
Inviato da Samsung Mobile
Signore Tu che ami ogni creatura, fa cessare subito tutte le armi e qualsiasi idea o azione che in qualunque modo offende la dignità della persona. Libera da ogni male quelle povere popolazioni, vittime del terrore della Guerra e fa tornare subito il sorriso su quei bambini, sprofondati in una immensa sofferenza.