Mi trovo di nuovo ad Amman ed in questi giorni ho proseguito nella visita dei campi di rifugiati approntati nelle nostre parrocchie, per rendermi conto della situazione e soprattutto per condividere con i nostri fratelli cristiani un po’ di speranza.
Ho raccolto, come la volta scorsa, tante lacrime ed un carico di dolore che non è semplice da descrivere ne da portare. Ho ascoltato i racconti pieni di strazio e di sofferenza di tanti padri di famiglia tra cui il giovane Fares arrivato nell’agosto 2014 con la moglie e 3 figli piccoli da Mosul dove aveva un buon lavoro, una bella casa, un conto in banca, una macchina e la felicità di vivere accanto alle sue sorelle e ai suoi fratelli. Oggi non ha più nulla e dopo un anno inizia ad essere molto stanco. Fortunatamente parla inglese e riusciamo a comunicare e mi racconta della bellezza dell’Iraq di una volta e di come inizia a sentire la difficoltà di vivere in quelle condizioni e la mancanza delle sorelle e dei fratelli rimasti ad Erbil. Di fronte al cancello della chiesa vedo i suoi occhi diventare lucidi e con grande fatica, non riesce a trattenere le lacrime. Si vergogna delle sue lacrime ed io non posso fare altro che smettere di guardarlo ed abbracciarlo. Ci teniamo stretti e questo abbraccio pieno di Amore è l’unica cosa che posso donargli per ringraziarlo di quello che lui mi ha donato. Non ho altro da dirgli se non alcune semplice parole che in questi giorni mi sta ripetendo Haitham : “Dio è con noi…non ho paura, non aver paura!”
Non è semplice dire queste parole quando sembra che Dio si sia dimenticato di questi suoi figli e credo non sia neppure facile credere a queste parole quando hai perso tutto e non hai più nulla, e vivi in un container insieme alla tua famiglia in un piccolo parcheggio insieme a 106 persone con due bagni e una fognatura che non funziona. E nonostante questo ti puoi sentire più fortunato di altri che vivono nei grandi campi profughi! FARES mi dona un sorriso pieno di gratitudine e ci salutiamo con l’impegno di rivederci presto!
Penso al Cuore di Dio: mi stupisco di come possa fare ad accogliere nel suo intimo tutte queste persone con il carico di questo dolore. Penso al mio cuore e a tutto quello che in questi anni sta vivendo. Come aprirlo ancora di più? Come custodirlo dal Dia-ballo (diavolo)?
È dura. Vi confesso che la cosa davvero dura è non permettere alla rabbia e all’odio di impossessarsi del tuo cuore pensando a chi ha contribuito a creare questo dramma, pensando ai milioni di persone che hanno dovuto lasciare le proprie case e le proprie terre a causa di mercenari mandati dai soliti noti a dividere e frammentare tutto. Non è facile mantenere la calma del cuore pensando al doppio e triplo gioco di americani, israeliani, turchi, sauditi, qatarini, iraniani e tutti gli altri che su questa maledetta guerra stanno facendo i loro sporchi interessi. Ma questi interessi sono macchiati di sangue e questo sangue grida verso l’alto ed il Signore prima o poi ascolterà il grido di questo popolo di disperati ed allora saranno guai per tutti i miserabili signori della guerra e per i mercanti di morte che riceveranno la loro ricompensa quando ai derelitti “Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi”.
“Dio è con noi…non aver paura Mario” Le parole di Haitham mi ridanno pace e mi permettono di cercare di restare umano di fronte a questa catastrofe, mentre le parole dei THE SUN che prego sempre tra un centro di rifugiati e l’altro mi permettono di ringraziare Dio per il mio miglior difetto: “Non poter restare a guardare il nostro mondo bruciare lentamente senza fare niente e se il tempo non bastasse per fare un nuovo mondo ci crederei comunque perché è più forte di me”!
A noi è chiesto di fare il possibile e mettere a disposizione quello che abbiamo….per l’impossibile ci penserà LUI!!!
Caro Abuna, penso che dovesti rendere pubblici questi tuoi scritti.
Il popolo che vuole affondare i barconi… avrebbe così modo di capire come e perchè ci sono così tanti profughi che cercano solo di vivere in Pace.
Butros.
Grazie Mario per la condivisione di queste esperienze. Non mollare…non abbatterti…non cedere. Sono solo parole le mie e di uno che è distante dalla catastrofe, però, qui dove sto io la realtà è ancora più subdola…la gente l’odio lo porta dentro e lo vive senza saperlo anzi, se ne compiace. Delle due realtà (pessime) non so quale sia meglio…